L’Otto dell’infinito è un movimento che viene compiuto tracciando un otto sdraiato, o un simbolo dell’infinito, più volte, attraversando la linea mediana laterale del corpo di seguito; in questo modo si attivano entrambi gli emisferi cerebrali e li si incoraggia a collaborare. Il movimento dell’Otto dell’infinito sembra molto semplice, eppure – col passare del tempo – molti si accorgono che la lettura e la scrittura risultano facilitate dopo aver praticato l’Otto dell’infinito per qualche minuto, e che riescono anche a ridurre o eliminare le inversioni di lettera.
Sperimentate l’Otto dell’infinito su voi stessi. Disegnate un grande otto sdraiato su un foglio di carta, appoggiato su un tavolo o fissato verticalmente su una parete, collocato in modo che il centro dell’otto sia direttamente allineato con la vostra linea mediana.
Quindi tracciate l’otto con una mano: cominciate al centro dell’otto e seguite la linea, prima andando in alto e verso sinistra, quindi giù, poi tornati al centro di nuovo in alto in alto e verso destra, ancora e ancora. Tenendo la testa ferma, lasciate che i vostri occhi seguano la mano. Tracciate questa forma alcune volte con una mano, poi con l’altra, poi con entrambe le mani insieme. Ogni volta che cambiate mano o cominciate da capo, partite dal centro e andate in alto verso sinistra. Osservate come riuscite a seguire il flusso dell’Otto dell’infinito; la cosa più importante è che osserviate se vi sono delle zone di resistenza – che stanno a indicare che vi sono aree del vostro cervello in cui si verificano degli intoppi nella collaborazione fra i due emisferi – o anche come lavorano insieme occhi e mani. Con la pratica, l’Otto diventerà molto più facile eseguire questo movimento e di sicuro troverete più semplici anche certi aspetti della lettura o della scrittura.
Va detto che vi sono alcune persone che trovano estremamente difficile tracciare il disegno dell’Otto dell’infinito andando in alto a poi in basso. All’inizio è possibile esercitarsi senza preoccuparsi troppo della direzione. Dennison sostiene che chi sceglie di andare in basso anziché in alto, sta cercando di sperimentare il movimento con il corpo e ha bisogno di sentirsi più radicato. Una volta appresa la tecnica “col corpo” potranno passare all’altra modalità (verso l’alto e poi in basso) senza problemi.
…Dice Dennison: “Trent’anni fa, lavoravo con soggetti con ritardi di apprendimento che generalmente avevano un buon senso del corpo ma avevano bisogno di un funzionamento cerebrale più integrato. Gli Otto dell’infinito erano piuttosto efficaci e non capivamo che potesse essere necessario farli in un altro modo. Oggi molti di noi lavorano con soggetti che non hanno una buona consapevolezza corporea. Abbiamo bisogno di sostenerli nello sviluppo di questa consapevolezza in modo che la loro esperienza dell’integrazione cerebrale sia più adatta e completa”.
Estratto dalla Appendice E del volume “Educate your brain” di Kathy Brown (Balance Point Publishing, 2012). Traduzione in Italiano di A. Corrias.