Lo stress limita le nostre capacità percettive e ci impedisce di imparare. Lo sostengono i neuroscienziati della Ruhr University Bochum (RUB), cheriferiscono le loro scoperte sul numero di “Psychoneuroendocrinology” pubblicato online il 9 dicembre 2016.
“Precedenti ricerche hanno già dimostrato che lo stress può prevenire il recupero dei ricordi. Ma ora abbiamo scoperto che ha anche un importante effetto sulla percezione e sull’apprendimento percettivo” spiega il Dr Hubert Dinse, uno degli autori dello studio.
Nel loro studio, i ricercatori hanno esaminato come il senso del tatto di 30 partecipanti allo studio potesse cambiare dopo una fase di allenamento. Metà di loro hanno ricevuto una dose media di cortisolo, mentre l’altra metà ha ricevuto un placebo. Per rendere l’allenamento confrontabile in tutti i partecipanti, i ricercatori hanno impiegato la stimolazione passiva delle dita (che, precedentemente, ha dimostrato di determinare un’accresciuta sensibilità tattile).
Come previsto, il gruppo placebo ha migliorato la sensibilità tattile di circa il 15 %. Mentre il cortisolo somministrato all’altro gruppo ha azzerato quasi del tutto il miglioramento indotto dalla stimolazione.
Lo psicologo cognitivo Prof Dr Oliver T Wolf spiega: “I nostri dati mostrano che una sola dose di cortisolo non solo interrompe la memoria nell’ippocampo, ma ha anche un effetto importante sulla plasticità delle aree sensoriali del cervello”.
In precedenti studi a livello cellulare, i neuroscienziati hanno dimostrato che il cortisolo sopprime il rafforzamento delle connessioni sinaptiche, e quindi la plasticità cerebrale (la capacità di imparare). Lo studio guidato da Hybert Dinse suggerisce che i risultati ottenuti potrebbero spiegare anche la soppressione della plasticità sinaptica indotta dal cortisolo.
I risultati di questo studio potrebbero interessare anche i trattamenti clinici. I corticosteroidi (di cui il cortisolo fa parte), sono spesso utilizzati nel trattamento delle patologie immunologiche e neurologiche. Tuttavia, gli effetti sull’apprendimento percettivo che sono stati osservati in questo studio potrebbero contrastare gli sforzi profusi nella riabilitazione, che si basano su questi stessi meccanismi.
(estratto da “Neuroscience News” 14 gennaio 2017)